– In Italia la cultura finanziaria risente della tendenza generale all’ignoranza
In Italia non si legge più. Si tratta di una tendenza che negli anni si è sempre più connotata in una parabola discendente. Di conseguenza se parliamo di cultura gli italiani sono coerenti, trattano tutti i settori con il medesimo disinteresse. Economia e Finanza non si sottraggono minimamente a questo gioco, visto che i concetti che rimangono impressi sono pochi e piuttosto confusi. Non c’è da stupirsi se le stesse persone che capiscono a stento una dinamica come quella dell’inflazione non considerano altre ‘scale mobili’ se non quelle dei centri commerciali. D’altra parte si è registrato un progressivo interesse nei confronti di alcuni fenomeni, in particolare quello del ‘trading finanziario’. Tendenze come questa si devono quasi esclusivamente al luogo comune, alimentato dal Web in tutti i modi e in tutte le forme, che con questo sistema ci si possa arricchire facilmente. Una dinamica pressochè simile di propaganda mediatica ha destato una grandissima curiosità nei confronti del ‘bit coin’, la cosiddetta ‘valuta virtuale’. In entrambi i casi la mancanza di una cultura finanziaria minima può mettere a rischio gran parte del capitale investito, se non l’intera somma. L’ignoranza, dunque, fa sì che il piccolo risparmiatore faccia sempre più la parte del pesciolino nella grande ‘vasca’ della finanza, dove i grandi speculatori ricoprono il ruolo degli squali. Ma la cultura non dev’essere vista solo come un mezzo per non cadere nella rete degli speculatori. La cultura è innanzitutto la conoscenza storica di determinati fenomeni e concetti basilari. Senza questo tipo di conoscenza è molto più difficile comprendere i meccanismi del presente. Come fare, dunque, per invertire lo spiacevole ‘trend’ in cui riversa la cultura finanziaria?
– Puntare sulle scuole per una rinascita della cultura finanziaria in Italia
Oltre che a rimanere sempre aggiornati, leggere portali come Finanza e Investimenti, una delle soluzioni potrebbe essere, ad esempio, quella di far studiare Economia e Finanza come materia fissa nella scuola media e nelle superiori. Dal momento che trovano posto nella didattica materie come storia ed educazione civica, potrebbe essere intelligente e sensato il complemento di una materia a carattere prettamente finanziario. Fare una scelta di questo genere sarebbe molto utile per i giovani, per più motivi. Innanzitutto svilupperebbe in loro una certa propensione al nesso logico tra materie diverse che tanto è auspicato dalla nuova civiltà multimediale. In seconda istanza lo studio della cultura finanziaria potrebbe rendere più intuitive alcune dinamiche della politica, argomento che spesso non riscuote un grandissimo interesse negli studenti. E quando questo succede, nella maggior parte dei casi questi ultimi sono profondamente ignoranti al riguardo.
– Sfruttare la visibilità dei media per ovviare alla mancanza di cultura finanziaria in Italia
Altra mossa molto intelligente sarebbe quella di realizzare programmi televisivi che affrontino i temi di economia e finanza in modo accattivante ma al tempo stesso professionale. In questo senso la scelta di volti amati dal grande pubblico potrebbe fungere da richiamo per tutti coloro che, altrimenti, potrebbero trovare dispersive o noiose trasmissioni con queste tematiche. Ad esempio si potrebbe prendere spunto dall’iniziativa avuta recentemente dalla Rai per facilitare l’uso delle tecnologie relative ad Internet. Appena dopo il telegiornale della sera sono andati in onda brevi sketch in cui i protagonisti della fortunata fiction ‘Don Matteo’ spiegavano come districarsi al meglio nella giungla delle tecnologie digitali.
Tanto per restare in tema, anche lo stesso WEB potrebbe essere usato in modo costruttivo. Non voglio negare che già esistano siti o blog inerenti l’economia e la finanza, ma se questi ultimi fossero studiati a tavolino per risultare interessanti e contemporaneamente seri e scrupolosi si potrebbe rimediare abbondantemente alla mancanza della cultura finanziaria in Italia