L’affinazione è un processo utilizzato in metallurgia che, attraverso l’eliminazione di sostanze di scarto da bagni metallici fusi, ha come obbiettivo quello di ottenere la purificazione di metalli preziosi quali l’oro e l’argento, i quali saranno poi adoperati per la creazioni di gioielli.
In questo tipo di trattamento il primo passo è la fusione del metallo da purificare.
Per quanto concerne l’oro e l’argento, il processo di fusione prevede diverse tecniche simili che permettono il raggiungimento della temperatura alla quale questi metalli diventano liquidi, che corrisponde a 1064° C per l’oro e a 961° C per l’argento. Il metodo più diffuso consiste nel porre l’oro o l’argento in un crogiolo (recipiente resistente alle alte temperature) assieme ad altri composti che coadiuvano la fusione. Una volta avvenuta la liquefazione lo step seguente è la colatura, durante la quale il metallo viene versato in alcuni contenitori di ghisa, anche questi in grado di resistere a temperature elevate.
Un altro efficiente metodo che permette di raggiungere lo stesso risultato, è la fusione attraverso una fornace elettrica studiata appositamente per questo processo.
Successivamente, il metallo viene fatto solidificare sotto forma di scaglie, le quali vengono messe a contatto con una miscela di acido cloridrico e acido nitrico che prende il nome di acqua regia. Di seguito si attende la reazione di ossidazione e si lascia raffreddare il tutto, dopodiché il liquido ottenuto viene filtrato e posto in un serbatoio sotto una cappa, dove avverrà il processo di riduzione, attraverso l’uso di sostanze riducenti, e la precipitazione del metallo. Il precipitato ottenuto viene nuovamente filtrato sottovuoto e il metallo residuo sul filtro subisce vari lavaggi con acqua per poi essere fuso ancora una volta in modo tale da donare la forma desiderata.
I gioielli che vengono realizzati con elementi allo stato puro sono molto pochi: vengono infatti utilizzate le leghe metalliche, cioè la combinazione di più elementi di cui almeno uno deve essere un metallo, tra queste ci sono anche leghe di oro e argento.
Ogni lega ha le sue peculiarità che le conferiscono un proprio valore: tra i più pregiati troviamo quindi l’oro, il platino e l’argento.
Le leghe di oro sono costituite, in genere, con oro al 75% e il 25% da un altro elemento che può essere rame, il quale darà un colore più tendente al rosso, oppure ferro che invece darà un colorito verdastro, o ancora può essere unito con l’argento al 50% per realizzare l’oro bianco. Questo è il metallo più popolare e usato, inoltre è il più pregiato per la sua rarità in natura, difatti viene utilizzato non solo per la creazione di gioielli ma anche come mezzo di pagamento o di scambio.
Il platino, in gioielleria, viene impiegato quasi allo stato puro (almeno al 95%) ed è caratterizzato per essere, tra le tante cose, un metallo dal colore molto bianco e quindi non necessita di altri trattamenti come la rodiatura.
Per quanto riguarda il valore di questo elemento, risulta superiore all’oro, è infatti più raro e perciò anche più costoso, ma non è mai riuscito a conquistare la popolarità perché meno adatto alla lavorazione in oreficeria.
La lega di argento è quella più comune e usata immediatamente dopo l’oro: viene solitamente creata con l’unione di argento e rame, rispettivamente con una percentuale di 92,5% e 7,5%. Data la leggerezza e duttilità dell’argento, questa lega riesce a garantire una maggiore durezza.
Tra i diversi metalli preziosi è il metallo nobile per antonomasia dopo l’oro per il suo impiego sia in gioielleria sia in ambiti industriali.
Il titanio, a differenza di altri metalli preziosi, ha la caratteristica di essere leggero e di avere una resistenza molto alta ed è perciò considerato uno dei metalli più forti al mondo.
Infine una lega che meno comunemente è utilizzata in gioielleria è l’acciaio: origina dall’unione di ferro e carbonio, la cui percentuale è al massimo di 2,06%. Le proprietà di tale materiale lo rendono duro e durevole. Talvolta vengono aggiunti anche nichel e cromo per rendere l’acciaio meno soggetto alla corrosione.