Microfoni a condensatore: come funzionano?

neumann-u87ai-microfoni-condensatori-dinamici-valvolari-nastroI microfoni a condensatore hanno conquistato negli ultimi decenni gli studi di registrazione di tutto il mondo. Il motivo è da ricercare nella loro alta resa. Non c’è infatti nulla di meglio di un decente microfono a condensatore con diaframma largo per aumentare la fedeltà delle registrazioni sonore.

Ma, mentre fino ad alcuni anni fa, per acquistare un microfono di questo tipo era necessario… fare un mutuo a causa degli altissimi costi, negli ultimi tempi, insieme ai modelli di punta, che sono rimasti molto costosi, sono state immesse sul mercato anche alternative poco costose, per lo più di fabbricazione cinese. Certo non avranno la medesima altissima qualità dei modelli più cari, ma sicuramente per un uso amatoriale o semiprofessionale, svolgono egregiamente il loro lavoro. 

Un microfono a condensatore è costruttivamente piuttosto complesso. Si tratta fondamentalmente di una sottilissima e leggerissima lamina rivestita di uno strato d’oro ultra sottile, montata quasi a contatto davanti ad un disco di metallo, ad una distanza di pochi centesimi di millimetro. La lamina è il diaframma, il disco di metallo è il cosiddetto retro-elettrodo. Insieme formano un’unità detta capacitore o condensatore, un componente elettrico che conserva la carica.

In pratica il microfono a condensatore utilizza due piastre conduttrici, una fissa e una, sotto forma di diaframma, che si muove. Il diaframma che, colpito dal suono, entra in vibrazione produce una tensione di polarizzazione, causando così variazioni dei valori di capacità del sistema che saranno poi trasformate, dal circuito elettronico annesso, in segnali elettrici molto fedeli al movimento, con conseguente riproduzione accurata del suono. In questo modo l’energia acustica è trasformata in segnali elettrici.

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