L’elettrocardiogramma ECG

Medico3L’elettrocardiogramma ECG rappresenta la riproduzione grafica delle attività elettriche del cuore. Il funzionamento del cuore viene infatti registrato in tutto il corpo e registrato attraverso uno schema.

 

I primi studi che hanno portato all’evoluzione dell’elettrocardiogramma iniziarono nella seconda metà del XIX Secolo quando si arrivò a comprendere che il cuore generava impulsi elettrici. Fu per primo il fisico Carlo Matteucci, nel 1842, a dimostrare che le contrazioni del cuore erano la conseguenza di un’attività elettrica. Dal 1903 altri due scienzati, Augustus Desirè Walter e Willem Einthoven si dedicarono agli studi arrivando alla costruzione di un primo Galvanometro che registrava segmenti e linee per indagare sulle malattie cardiovascolari. Proprio per i suoi studi ad Einthoven venne assegnato il Premio Nobel per la medicina nel 1924. Il principio delle misurazioni effettuate con l’elettrocardiogramma è fisiologico, lo strumento infatti misura le differenze di potenziale nel susseguirsi degli impulsi nel miocardio. Le variazioni vengono registrate dagli elettrodi e lo strumento registra attraverso un tracciato se l’attività del cuore è normale e regolare oppure se si registrano delle anomalie.

 

Per la corretta lettura di un elettrocardiogramma si devono posizionare gli elettrodi su tutta la superficie del corpo in particolare nelle derivazioni elettrocardiografiche. Troviamo quindi le derivazione bipolari, le derivazioni unipolari di Goldeberger, di Wilson le derivazioni ortogonali o di Frank. Naturalmente le ricerche e gli studi dell’ultimo secolo hanno portato ad una conoscenza sempre maggiore delle attività cardiache e della loro misurazione, pertanto oggi appare naturale effettuare un esame del cuore attraverso la lettura di uno strumento che registra dei grafici in base agli impulsi del cuore. Attraverso le varie onde registrate dall’elettrocardiogramma il medico può leggere la frequenza cardiaca, verificare la presenza di frequenze dissociate, esaminare la presenza di ipertrofie ventricolari. Quando si esegue un elettrocardiogramma si verificano nel complesso, ritmo, frequenza, conduzione, ipertrofia e rischio di infarto.